Non sappiamo che cosa abbia spinto i botanici a dare proprio al pompelmo, tra più di 60 tipi di agrumi, il nome particolare di Citrus paradisi. A quel tempo, non conoscevano sicuramente il tesoro nascosto nei semi di questo frutto. A noi che oggi conosciamo la capacità del suo principio attivo di liberare l’organismo da tanti intrusi indesiderati e agenti patogeni, il nome appare sicuramente appropriato, perché quando stiamo bene è come se fossimo già un po’ in “paradiso”.
Il primo riferimento conosciuto alla pianta di pompelmo risale al XVII secolo, quando alcuni botanici dell’isola caribica di Barbados scoprirono questo albero da frutto sempreverde, alto da 4 a 25 metri . Si trattava, verosimilmente, di una varietà della pianta del pomelo, detta anche Citrus grandi, originaria del Sud-Est asiatico, dove oggi cresce ancora allo stato selvatico. Il nome pompelmo deriva dall’olandese pompelmoes, composto da pompe!, “grosso” e dal giavanese limoes, “limone”. Gli agrumi appartengono alla specie delle Rutaceae, delle quali le più note sono il Citrus decumana, il limone , l ‘arancia , il mandarino , la limetta , la melangola (arancia amara) , il bergamotto e, naturalmente, il Citrus paradisi , il nostro pompelmo. La pianta del pompelmo ha foglie di colore verde carico, ovate e lucide, fiori bianchissimi e profumati, isolati o in grappoli. I primi frutti appaiono dopo 4-7 anni da quando l’albero è stato piantato. Un albero sviluppato produce ogni anno dai 500 ai 700 frutti. Ogni frutto ha un diametro di circa 10-20 centimetri e pesa dai 200 ai 450 grammi in base alle cultivar. In u na stagione , quindi , una pianta di pompelmo può produrre fino a 3 quintali di frutti . Nel 1823 il pompelmo fu esportato per la prima volta da Barbados in Florida (USA) dove cominciò a essere piantato sempre più estesamente. Oggi, solo in Florida, dove si trovano le maggiori piantagioni di pompelmo del mondo, si raccolgono più di 2,5 milioni di tonnellate di frutti. Grandi coltivazioni si trovano anche in Spagna, Marocco, Israele, Giordania , Sudafrica, Brasile, Messico, Giamaica e Sud-Est asiatico. Grandissimi quantitativi di frutti vengono trasformati in succo.
L’estratto dei semi di pompelmo può essere utilizzato non solo per la profilassi nell’uomo e nell’animale,
ma anche come componente di cosmetici e per il trattamento delle maggiori micosi sia interne che esterne.
Il consumo di succo di pompelmo a colazione è molto diffuso soprattutto negli USA . In molti altri paesi il pompelmo viene invece utilizzato come contorno di pietanze e insalate. Da alcune cultivar nuove si ottengono frutti quasi privi di semi, a dimostrazione della poca importanza a essi attribuita: infatti finora non ne era mai stato identificato un possibile utilizzo. Le piante, che richiedono un terreno poco sabbioso leggermente sopra il livello del mare, per attecchire bene hanno bisogno di una temperatura media di 25 °C. Il gelo e le basse temperature possono infatti danneggiarle notevolmente. La coltivazione in luoghi assolati e caldi permette ai frutti di ricevere la luce del sole dalle 7 alle 8 ore al giorno. Durante il processo di maturazione aumenta il contenuto in fruttosio e succo e diminuisce quello in acidi. Dato che il processo di maturazione non prosegue dopo la raccolta, i frutti maturi la sciati sull’albero mantengono la loro freschezza per parecchi mesi, durante i quali possono essere raccolti in qualsiasi momento.
Sostanze contenute nel pompelmo
La polpa dei frutti rotondi e gialli viene utilizzata soprattutto per la produzione di succhi di frutta e di spremute, di solo pompelmo o in miscela con altri frutti. Il succo del pompelmo contiene la naringina , dal gusto amaro, ed è ricco in vitamina C e B1.
I principi attivi più importanti della buccia sono: il pinene, il limonene, il linalolo (alcol), il citrale, con un contenuto in oli del 21%. A queste sostanze si riconosce generalmente un’azione antidepressiva, stimolante , attivante la circolazione, che influisce sul talamo (diencefalo), dal quale vengono attivati in modo naturale alcuni processi chimici dell’organismo. Queste sostanze stimolano le sensazioni e influiscono sullo stato d’animo, aumentando la gioia di vivere. Sciolte in olio possono essere utilizzate nei preparati per gli oli da massaggio, nei gel doccia e nei prodotti per il bagno. Le sostanze contenute nella buccia del pompelmo hanno inoltre un’azione antisettica generale. Per ottenere 1 chilo di essenza di buccia di pompelmo vengono utilizzati più di 100 chili di buccia fresca pressata a freddo. L’olio di buccia di pompelmo sta acquisendo un ruolo sempre più importante soprattutto nell’aromaterapia. La buccia del pompelmo contiene i flavonoid i, i pigmenti che danno il tipico colore giallo a questo frutto (dal latino jlavus, “giallo dorato”). Inizialmente i flavonoidi erano noti come vitamina P e venivano spesso utilizzati in preparati a base di acido ascorbico, citrina, esperidina, rutina e quercetina. I semi del pompelmo contengono soprattutto bioflavonoidi e naringina (naringe nina rutinoside), isosakuranetina (didimina), neoesperidina , esperidina, diidrocanferolo, poncirina, quercetina, canferolo, apigenina ruti noside , rhoifolina , eptamethoxyflavonide, nobiletina e alcune proteine. L’estratto viene generalmente ricavato dai semi e dalle membrane del frutto mediante processi di macinazione.